È uscito «La spada tra le spine» di Agide Vandini
Beniamino Carlotti ne parla con l’autore
Agide Vandini, il nostro prolifico autore, ci vuole deliziare con un’altro avvincente romanzo storico. Opera narrativa ambientata nel passato, con la solita accurata ricostruzione d’epoca, attraverso atmosfere, costumi, usanze, condizioni sociali e mentalità dei personaggi rappresentati. Sicuramente, il romanzo trasmetterà nel lettore, lo spirito del periodo storico in cui è ambientato (Bassa Romagna, prima metà dell’800), attraverso realistici dettagli, intrecciando la sua fantasia, con vicende storiche realmente accadute e documentate.
Agide, in questa come nelle precedenti occasioni, non si è sottratto ad alcuni miei quesiti, con puntuali risposte che non mancheranno di incuriosire i lettori.
Agide, dopo la trilogia seicentesca e dopo «Il gradino di terra» ora proponi ai lettori un nuovo romanzo storico ambientato nella Bassa Romagna. Quali sono i collegamenti con gli altri tuoi romanzi?
La «Spada tra le spine»: ci puoi dire qualcosa intorno al titolo?
Direi di no… È una curiosità che il lettore si toglierà leggendo tutta la storia.
Quel che posso dire è che «la spada», per ciò che simboleggia, significherà molto per uno dei protagonisti del romanzo e ne contrassegnerà l’epilogo…
Quali sono i personaggi storici più importanti che fanno da sfondo al romanzo?
Ad eccezione dei personaggi di mia creazione, le maggiori figure ecclesiastiche del romanzo, come i Cardinali Rusconi, il celebre Rivarola ed il buon vescovo di Ravenna Codronchi, appartengono alla nostra storia risorgimentale. Le loro vicende storico-politiche e le relative caratteristiche umane ho cercato di trattarle con scrupolosa fedeltà alla storia ufficiale. Ovviamente ogni loro incrociarsi coi personaggi del romanzo è frutto della mia libera fantasia. Altro personaggio da riscoprire è il fervente ravennate Primo Uccellini, a cui ho fornito il nomignolo di «Usignolo». È l’unico fra i protagonisti del romanzo storicamente esistito. Nella narrazione delle vicende e delle persecuzioni subite dal patriota mi sono attenuto all’autobiografia scritta in tarda età, un libro di memorie, purtroppo finito nel dimenticatoio, che tuttavia mi è stato molto utile nella ricostruzione del clima politico nel ravennate negli anni più attivi della Carboneria.
Fra i protagonisti troviamo ancora figure del brigantaggio romagnolo dell’epoca??
Certo. I briganti romagnoli delle nostre paludi bonificate sono ben presenti assieme ai patrioti, ai rifugiati politici che all’epoca vi si nascondevano. Le figure, i nomi e i personaggi sono tutti di mia creazione, sia pure con qualche spunto derivante da vicende banditesche realmente accadute negli anni della Restaurazione. Negli adattamenti alla mia storia, ho comunque, come sempre, cercato di attenermi con scrupolo al contesto storico-ambientale che ci è stato tramandato.
Dove possiamo trovare il tuo romanzo e come proseguirà «Romagna Ardente» la tua Trilogia Risorgimentale? Puoi darci qualche anticipazione?
Ho in programma una piccola presentazione a Filo, al «Bar del Portico», giovedì 8 dicembre alle 15. Verrà offerto un aperitivo ai presenti e saranno disponibili tutti i miei romanzi storici a prezzi d’occasione.
Come per i precedenti, il romanzo è in autoedizione, a tiratura limitata. Lo si potrà trovare, già nei prossimi giorni, nelle principali edicole e librerie dei dintorni, ossia di Argenta, Filo, Longastrino e Alfonsine. Il prossimo anno conto di concludere le mie edizioni con la pubblicazione di Ottocento Romagnolo. Sarà anch’esso un romanzo autoconclusivo che coprirà gli anni dal 1831 al 1892 e che allargherà il territorio di ambientazione storica alla vicina città di Argenta. Lì farò rivivere, a modo mio naturalmente, uno dei suoi maggiori personaggi risorgimentali.
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A questo punto, non mi rimane che augurare a tutti noi: “Buona Lettura” (b. c.)